E’ diffusa in coloro che subiscono un’ esecuzione immobiliare una sorta di rassegnazione e di impotenza di fronte alla macchina della procedura espropriativa che inesorabile li priverà di tutto il loro patrimonio immobiliare per soddisfare i debiti contratti.

In realtà non è così in quanto la normativa che disciplina il procedimento di esecuzione immobiliare contiene regole processuali e sostanziali che prevedono un ampio margine di tutela e difesa degli interessi patrimoniali del debitore che vanno dall’interesse che il suo patrimonio non venga svilito con vendite a prezzi irrisori, che possa essere raggiunto il miglior risultato possibile dalla liquidazione così da soddisfare i creditori e persino poter recuperare una parte del patrimonio o del denaro ricavato dalle vendite.

Per raggiungere questi obiettivi al debitore vengono riservati diversi spazi di intervento al fine di controllare il rispetto delle regole processuali e sostanziali: conversione del pignoramento (sostituzione del bene pignorato con una somma di denaro corrispondente al credito ed alle spese che potrà essere pagata ratealmente in un arco di tempo), riduzione del pignoramento ( nel caso in cui il valore dei beni pignorati ecceda per più della metà quello del credito, aggiunto di interessi e spese), controllo sull’identificazione dei beni, loro stima, regolarità della procedura nelle varie fasi, sospensione della procedura in seguito ad accordi con il creditore, sospensione disposta dal giudice nei casi previsti dalla legge o per comprovati motivi di opportunità, possibilità di una graduazione temporale nella liquidazione del patrimonio al fine di salvaguardare la possibilità che il debitore e la sua famiglia possano continuare ad abitare l’immobile qualora si tratta di casa di civile abitazione, e così via. Lo studio ha affrontato numerosi dei casi richiamati in cui la difesa e tutela degli interessi del debitore sottoposto a pignoramento immobiliare è stata efficace e talvolta risolutiva nel neutralizzare le iniziative del creditore.


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