PIGNORAMENTO IMMOBILI BLOCCATO SU DECRETO INGIUNTIVO BANCA

PIGNORAMENTO IMMOBILI BLOCCATO SU DECRETO INGIUNTIVO BANCA

PIGNORAMENTO BLOCCATO INGIUNZIONE BANCA

Il caso sottoposto allo studio sembrava impossibile da risolvere. Il cliente aveva subito l’esecuzione del pignoramento di tutti i suoi immobili per iniziativa di una banca che agiva attraverso un decreto ingiuntivo non opposto. La posizione del cliente tuttavia presentava un profilo che avrebbe potuto consentire di rimettere in discussione il decreto ingiuntivo. Il cliente aveva la posizione di fideiussore della banca e non di debitore principale. Si trattava di una società estranea al debitore, rispetto alla quale non aveva alcuna partecipazione attiva e per cui poteva qualificarsi a tutti gli effetti consumatore.

La Corte di Giustizia Europea ha affermato che qualora il decreto ingiuntivo sia adottato in relazione ad un contratto contenente violazioni del codice del consumo), è possibile, nonostante il decreto ingiuntivo, richiedere l’abusività della clausola del contratto stipulato tra la banca ed il consumatore. L’opposizione ha consentito di far sospendere l’esecuzione e dichiarare la nullità della clausola abusiva; il cliente quindi non ha più alcun obbligo nei confronti della banca (PIGNORAMENTO BLOCCATO INGIUNZIONE BANCA).

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Contratti bancari – Cessione del credito in blocco

Contratti bancari – Cessione del credito in blocco

Contratti bancari – Cessione del credito: ricevere richieste di pagamenti per somme spesso ingenti da parte di società sconosciute è un fenomeno sempre più frequente.

Spesso queste richieste di pagamento avvengono attraverso ripetute telefonate o con la visita da parte di soggetti che prospettano gravissime conseguenze, con possibili accordi di pagamenti rateali o a saldo e stralcio.

Tali società si presentano come cessionari di crediti da parte di banche per rapporti risalenti a parecchi anni prima, per i quali il più delle volte il destinatario della richiesta era solo garante.

Contratti bancari – Cessione di credito in blocco

Abbiamo affrontato con successo numerosi casi di questo tipo, in diversi Tribunali che hanno riconosciuto la carenza di legittimazione attiva di queste società; esse non sono state in grado di dimostrare di aver effettivamente acquistato quel credito per cui pretendevano di agire o l’effettiva esistenza del credito.

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Cartelle esattoriali a richiesta di Mediocredito

Cartelle esattoriali a richiesta di Mediocredito

Cartelle esattoriali a richiesta di Mediocredito: diversi privati hanno ricevuto notifica di cartelle esattoriali con richiesto il pagamento di somme dovute per un debito contratto; questo a titolo personale o come garante, con una banca che ha erogato un finanziamento a sua volta garantito da Mediocredito o Fidimed.

Abbiamo ricevuto una richiesta consulenza su alcuni di questi casi, e proposto opposizione con esito favorevole. Infatti l’iscrizione a ruolo del credito è un esercizio abusivo da parte di mediocredito ( o Fidimed) in quanto non previsto dalla legislazione speciale.

Cartelle esattoriali a richiesta di Mediocredito: abbiamo ottenuto l’annullamento della cartella esattoriale che riapre la possibilità ad ottenere anche il risarcimento dei danni subiti dal privato.

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COME DIFENDERSI QUANDO LA BANCA CEDE IL TUO CREDITO

Spesso, in caso di mutui, la banca originaria, per via di fusioni, scissioni o cessioni di crediti, scompare lasciando imprese e privati senza un interlocutore.

Tanti hanno ricevuto una lettera precompilata, con la quale una società sconosciuta comunica di essere la nuova titolare del credito relativo al finanziamento. Essa chiede l’immediato e totale pagamento delle rate scadute del finanziamento.

Si tratta di società di recupero crediti a cui le banche preferiscono cedere in blocco crediti di posizioni in sofferenza a fronte di corrispettivi stralciati. In altri casi si tratta di operazioni di pulizia imposte agli istituti di credito, come nel caso di Monte dei Paschi, salvata tramite una scissione.

Essa ha generato una nuova società (AMCO MPS spa) che ha ricevuto tutti i crediti più o meno deteriorati o comunque in sofferenza. A sua volta quest’ultima ha affidato ad altra società di recupero crediti (FIRE spa) le azioni di recupero.

In altri casi ancora di operazioni di fusione per incorporazione tra uno o più istituti bancari.
La situazione del soggetto debitore diventa seriamente delicata quando non vuole o non può adempiere a quella richiesta perentoria, recapitata da un soggetto sconosciuto.

In breve tempo può ricevere la notifica di un decreto ingiuntivo che è l’inizio di azioni di recupero forzato del credito mediante esecuzione immobiliare.

Alcune decisioni di Tribunali hanno stabilito delle regole che cercano di porre rimedio a questa situazione che espone persone ed imprese a conseguenze molto gravi, .

Per la società successore (a titolo universale o particolare) della parte originaria del rapporto finanziario vige l’obbligo di fornire puntuale prova documentale della propria legittimazione.

Questo deve avvenire con documenti idonei a dimostrare l’incorporazione e l’inclusione del credito oggetto di causa nell’operazione di cessione in blocco; questo principio è importante determinare la negazione della legittimazione ad agire per il recupero al soggetto che si dichiara cessionario nei casi in cui:

  • non vi sia il contratto di cessione (art. 58 testo Unico Bancario);
  • nell’avviso di cessione pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale non siano state individuate le categorie di crediti che permettano di ritenere che il credito azionato sia stato ricompreso nella cessione
  • che nell’elenco dei crediti ceduti non siano stati riportati il nominativo del debitore ceduto o i dati del contratto
    Queste prese di posizioni di giudici di merito aprono margini di difesa ai soggetti che potranno ottenere la definitiva neutralizzazione di ogni pretesa creditoria.

Nella stragrande maggioranza dei casi tutti i contratti e gli avvisi di cessione presentano quelle lacune identificative del credito cui si è fatto cenno.

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Finanziamento agevolato agricoltori e restituzione somme

Il caso: un coltivatore diretto aveva acquistato un fondo di svariati ettari accedendo al finanziamento agevolato da parte dell’ente pubblico che svolge servizi per il mercato agricolo. Il finanziamento dell’intero prezzo prevedeva l’atto di compravendita con riserva di proprietà in favore dell’ente finanziatore ed un piano di ammortamento per la restituzione della somma finanziata. Il coltivatore diretto dopo aver pagato numerose rate, non è stato in grado di proseguire nell’adempimento del piano. L’ente ha ottenuto con sentenza la risoluzione del contratto di compravendita acquisendo l’immobile  che ha venduto all’asta ricavando un prezzo addirittura superiore al valore dell’intero piano di ammortamento, ha lucrato dalla concessione di una porzione per lo sfruttamento di impianto eolico ed nello stesso tempo ha tutte le somme che erano state versate dal coltivatore diretto

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