Obbligo delle P.A. di indennizzo per sopravvenuto vincolo urbanistico

Il caso: Dopo aver approvato un piano di lottizzazione di una vasta area di svariati ettari in zona a destinazione di insediamenti industriali, che prevedeva la suddivisione in lotti edificabili e la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria a carico dei privati, il Comune qualche anno dopo ha realizzato il depuratore comunale delle acque reflue a circa mt. 100 dal confine dei cinque lotti antistanti la strada comunale interposta. In conseguenza di tale insediamento lo stesso Comune ha negato la edificabilità di tali lotti in  quanto non veniva rispettata la fascia di rispetto che obbligatoriamente deve distanziare il depuratore da qualsiasi insediamenti urbanistico destinato a civile abitazione o ad attività commerciali e produttive in genere. I proprietari di tali lotti avevano perciò subito un consistente danno economico.

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P.A. : Dovere di riclassificazione urbanistica dell’area

Il caso: un privato, proprietario di un vasto appezzamento di terreno, aveva visto respinto il permesso di costruire per la regolarizzazione di una veranda coperta abusiva perché non rientrante nella volumetria edificabile consentita, in quanto una rilevante porzione del terreno era gravata da un vincolo imposto circa 30 anni addietro in funzione di fascia di rispetto della strada interurbana di scorrimento veloce. Senonchè quella superstrada era stata realizzata in un sito totalmente diverso e lontano dal terreno del privato.

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Espropriazione per pubblica utilità, vincoli urbanistici

Occupazione Illegittima Della Pubblica Amministrazione e risarcimento del danno

Il caso: il Comune aveva espropriato una vasta area per la realizzazione di nuovi insediamenti urbani da destinare ad edilizia privata agevolata per la costruzione di unità abitative, insediamenti artigianali e commerciali e la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria. I proprietari delle aree erano rimasti insoddisfatti dalle indennità di esproprio e lamentavano che i concessionari privati dei singoli lotti assegnati dal Comune avevano occupato porzioni di terreno che non rientravano nelle aree espropriate.

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Finanziamento agevolato agricoltori e restituzione somme

Il caso: un coltivatore diretto aveva acquistato un fondo di svariati ettari accedendo al finanziamento agevolato da parte dell’ente pubblico che svolge servizi per il mercato agricolo. Il finanziamento dell’intero prezzo prevedeva l’atto di compravendita con riserva di proprietà in favore dell’ente finanziatore ed un piano di ammortamento per la restituzione della somma finanziata. Il coltivatore diretto dopo aver pagato numerose rate, non è stato in grado di proseguire nell’adempimento del piano. L’ente ha ottenuto con sentenza la risoluzione del contratto di compravendita acquisendo l’immobile  che ha venduto all’asta ricavando un prezzo addirittura superiore al valore dell’intero piano di ammortamento, ha lucrato dalla concessione di una porzione per lo sfruttamento di impianto eolico ed nello stesso tempo ha tutte le somme che erano state versate dal coltivatore diretto

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