La tutela del fallito prima, durante e dopo il fallimento.

Anche per il debitore raggiunto da un ricorso per dichiarazione di fallimento o già dichiarato fallito valgono le medesime considerazioni svolte per il debitore sottoposto a pignoramento immobiliare.

La legge fallimentare prevede numerosi richiami normativi la cui finalità è quella della tutela degli interessi patrimoniali e personali ( qualora persona fisica) del fallito e della sua famiglia.

Nella fase prefallimentare: una efficace difesa può consentire di evitare il fallimento sia ricorrendo agli strumenti di gestione della crisi d’impresa, occorrendo in questo caso, tuttavia che essi vengano approntati con largo anticipo quando si cominciano a manifestare le sofferenze.

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Tutela del debitore esecutato

E’ diffusa in coloro che subiscono un’ esecuzione immobiliare una sorta di rassegnazione e di impotenza di fronte alla macchina della procedura espropriativa che inesorabile li priverà di tutto il loro patrimonio immobiliare per soddisfare i debiti contratti.

In realtà non è così in quanto la normativa che disciplina il procedimento di esecuzione immobiliare contiene regole processuali e sostanziali che prevedono un ampio margine di tutela e difesa degli interessi patrimoniali del debitore che vanno dall’interesse che il suo patrimonio non venga svilito con vendite a prezzi irrisori, che possa essere raggiunto il miglior risultato possibile dalla liquidazione così da soddisfare i creditori e persino poter recuperare una parte del patrimonio o del denaro ricavato dalle vendite.

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Acquisizione di azienda utilizzando lo strumento del concordato preventivo in continuità.

Una società a responsabilità limitata “A” operante nel settore industriale della produzione di automezzi pesanti attraversando una grave crisi economica e finanziaria si apprestava a proporre a tutti i creditori un concordato preventivo di tipo liquidatorio.

Una società a responsabilità limitata “ B” operante nel settore industriale della fabbricazione e lavorazione di prodotti e semilavorati in metallo, il trattamento ed il rivestimento degli stessi ed i lavori di meccanica generale, che era la maggiore fornitrice dell’azienda in crisi, ha manifestato l’interesse ad una partecipazione così da poter realizzare una filiera.

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Obbligo delle P.A. di indennizzo per sopravvenuto vincolo urbanistico

Il caso: Dopo aver approvato un piano di lottizzazione di una vasta area di svariati ettari in zona a destinazione di insediamenti industriali, che prevedeva la suddivisione in lotti edificabili e la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria a carico dei privati, il Comune qualche anno dopo ha realizzato il depuratore comunale delle acque reflue a circa mt. 100 dal confine dei cinque lotti antistanti la strada comunale interposta. In conseguenza di tale insediamento lo stesso Comune ha negato la edificabilità di tali lotti in  quanto non veniva rispettata la fascia di rispetto che obbligatoriamente deve distanziare il depuratore da qualsiasi insediamenti urbanistico destinato a civile abitazione o ad attività commerciali e produttive in genere. I proprietari di tali lotti avevano perciò subito un consistente danno economico.

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P.A. : Dovere di riclassificazione urbanistica dell’area

Il caso: un privato, proprietario di un vasto appezzamento di terreno, aveva visto respinto il permesso di costruire per la regolarizzazione di una veranda coperta abusiva perché non rientrante nella volumetria edificabile consentita, in quanto una rilevante porzione del terreno era gravata da un vincolo imposto circa 30 anni addietro in funzione di fascia di rispetto della strada interurbana di scorrimento veloce. Senonchè quella superstrada era stata realizzata in un sito totalmente diverso e lontano dal terreno del privato.

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Espropriazione per pubblica utilità, vincoli urbanistici

Occupazione Illegittima Della Pubblica Amministrazione e risarcimento del danno

Il caso: il Comune aveva espropriato una vasta area per la realizzazione di nuovi insediamenti urbani da destinare ad edilizia privata agevolata per la costruzione di unità abitative, insediamenti artigianali e commerciali e la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria. I proprietari delle aree erano rimasti insoddisfatti dalle indennità di esproprio e lamentavano che i concessionari privati dei singoli lotti assegnati dal Comune avevano occupato porzioni di terreno che non rientravano nelle aree espropriate.

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Finanziamento agevolato agricoltori e restituzione somme

Il caso: un coltivatore diretto aveva acquistato un fondo di svariati ettari accedendo al finanziamento agevolato da parte dell’ente pubblico che svolge servizi per il mercato agricolo. Il finanziamento dell’intero prezzo prevedeva l’atto di compravendita con riserva di proprietà in favore dell’ente finanziatore ed un piano di ammortamento per la restituzione della somma finanziata. Il coltivatore diretto dopo aver pagato numerose rate, non è stato in grado di proseguire nell’adempimento del piano. L’ente ha ottenuto con sentenza la risoluzione del contratto di compravendita acquisendo l’immobile  che ha venduto all’asta ricavando un prezzo addirittura superiore al valore dell’intero piano di ammortamento, ha lucrato dalla concessione di una porzione per lo sfruttamento di impianto eolico ed nello stesso tempo ha tutte le somme che erano state versate dal coltivatore diretto

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Vendita di immobile sociale

Il caso: il socio di una società a responsabilità limitata ha lamentato che l’amministratore unico, anche socio al 50%, con il  quale era insorto un insanabile dissidio, aveva venduto l’immobile nel quale si svolgeva l’attività aziendale ( attività turistico-alberghiera), avvalendosi dei poteri conferiti dallo statuto, di fatto rendendo impossibile lo svolgimento dell’attività della società. La vendita era stata fatta in favore di altra società nella quale vi era fondato sospetto fosse interessato lo stesso amministratore unico.

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